Fammi un disegno e ti dirò chi sei

Un pò di anni fa durante i miei studi (triennale di comunicazione visiva e grafica multimediale presso L'Istituto Superiore parauniversitario di Design) ricordo che durante una lezione di semiotica un prof ci fece disegnare un albero, raccontò che in alcune circostanze dei segni, delle forme e dei colori possono parlare più di cento parole.... Al termine della lezione ci disse la chiave di lettura per l'interpretazione del nostro disegno... 
Ricordo che rimasi senza parole perchè corrispondeva quasi tutto...Di seguito vi riporto alcune informazioni per condurre un'auto-interpretazione dei vostri disegni che ho estrapolato in giro da vecchi appunti e portali web... 

1. Lo spazio occupato e quello lasciato vuoto: rappresenta il modo in cui una persona si muove nell’ambiente. Più lo spazio è occupato più l'autore è dinamico e pieno di iniziativa, se al contrario il disegno occupa solo una piccola parte del foglio e lascia molto margine bianco, significa che può assumere atteggiamenti passivi e si lascia facilmente prevaricare dagli altri.
Lo spazio ideale è quello che occupa i due terzi del foglio. Quindi il disegno deve apparire ben centrato con spazi armoniosamente lasciati vuoti ai margini superiore, inferiore, destro e sinistro. 
Se lo spazio è troppo riempito: indica confidenza e fiducia in sé, ma un po' esagerata. Come dire che la persona può risultare un tantino arrogante e onnipresente….un po' come il prezzemolo. Incapace di tenere conto dei bisogni altrui. Accade quando il disegno dà la sensazione di non starci completamente nel foglio, come se non si fossero prese le misure adeguate, quando restano fuori i piedi del pupazzetto o perfino le gambe a volte. 


2. Il tratto e la pressione: le linee grosse e calcate dicono che l’autore possiede una energia d’urto considerevole, talvolta eccessiva tanto da diventare una specie di bulldozer nei rapporti interpersonali. Se poi le linee sono rette e formano parecchi angoli, i modi possono diventare piuttosto bruschi. Al contrario, un tratto lieve e sottile mostra un temperamento cauto, una persona che si può intimorire di fronte a chi fa la voce grossa. Solitamente questa caratteristica si accompagna a gesti curvilinei e delicati. L’ideale è che il disegno presenti una varietà nel tratto e nella pressione per essere equilibrato. 

3. Angoli e curve: un segnale di equilibrio e armonia si coglie a prima vista, quando il disegno si presenta come un insieme di linee armoniche e soprattutto curve. Quando invece le linee si interrompono bruscamente e formano angoli improvvisi, l'andamento cambia spesso direzione e assume un aspetto disarmonico, l'autore denuncia nervosismo e tensione. Le motivazioni, ovviamente, non emergono da pochi disegni, ma l'inconscio mostra una tensione emotiva , che può avere origini diverse.

4. Le dimensioni del disegno: grandi o piccole, enormi o piccolissime. Il disegno può inserirsi nello spazio del foglio con tutta la sua imponenza od occupare un piccolissimo punto centrale, lasciando bianco e inutilizzato il resto della carta a disposizione. Se il disegno è grande il suo autore si sente importante, si impone agli altri, se al contrario il disegno è piccolissimo l’autore vive se stesso con un senso di inferiorità e di inadeguatezza. In questo caso l’equilibrio sta nel mezzo.

5. Le sfumature e i colori. 
Chi disegna in bianco e nero e chi preferisce i colori. La differenza sta nella sensibilità: coloro che non amano usare i colori tendono ad essere razionali e logici nelle decisioni. Viceversa chi ama i colori e disegna direttamente col pastello o col pennarello, è soprattutto un emotivo. 

Significati emozionali dei principali colori.

Rosso: chi utilizza in prevalenza questo colore è dinamico e pieno di iniziativa. L'energia è forte e ha bisogno di esprimersi. Attenzione però: quando il rosso è quasi esclusivo o associato a toni altrettanto forti, come l'arancione e il giallo, chi disegna sta attraversando un periodo di grande agitazione o si trova in uno stato ansioso che richiede aiuto.

Blu: è il colore della calma, dell'amore e del senso di appartenenza. Chi usa molto il blu sta inviando un messaggio di questo. Ha bisogno di sentirsi amato e accettato, ma anche di un ambiente tranquilla e accogliente.

Verde: Il colore dell'IO: chi lo usa in abbondanza sta cercando di imporre la propria personalità , di realizzarsi, di affermare la propria identità. Lo stato emotivo è di un equilibrio in tensione, di chi vive in uno stato di costante allerta.

Giallo: Il colore della socialità, dell'apertura all'esterno e del futuro. Chi sceglie questa tonalità e la predilige nei disegni, è una sorta di amicone di tutti, non sa vivere senza circondarsi di amici. Ma dietro questa estroversione e simpatia a tutti i costi maschera una paura profonda della solitudine. Piuttosto che rimanere solo, il personaggio "giallo" accetta anche chi non gli piace.

Viola: è chiamato il colore degli artisti, perchè denota grande sensibilità. Coloro che abbondano nel viola sono persone molto sensibili, talvolta incapaci di porre i propri limiti, di difendere i propri diritti perché fin troppo attenti alle necessità altrui. Sono persone che facilmente cadono di fronte a un ricatto affettivo, per non sentirsi in colpa.

Nero: il colore della ribellione, del "No", dell'adolescenza. Coloro che preferiscono il nero amano quindi la polemica, l'energia d'urto, non temono di mettersi in contrasto anzi spesso finiscono col trasformare in discussione ogni minima divergenza di opinione. Vanno aiutati a non mettersi sempre in antagonismo.

Bianco: è il non colore, per definizione. Lo si può aggiungere a qualsiasi altro colore per renderlo più chiaro , ma anche più luminoso. Chi sceglie il bianco tende a non volersi pronunciare, a non esprimere la propria opinione. 

Grigio: è il colore maschera, di chi non si espone o cela la sua vera personalità per timore di dover poi difendere le posizioni di cui non si sente sicuro. Chi disegna in grigio in realtà non desidera colorare i propri disegni, finisce perciò per essere un razionale che cerca la logica ad ogni costo, come garanzia di sicurezza , per timore di manifestare le proprie emozioni.

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